La nascita
“Domenica 6 corrente si riunivano alcuni giovanotti per fondare una Società Filarmonica; si nominava il Consiglio Direttivo così composto: Presidente avv. Mario Prola, Vicepresidente Guglielmini Giacomo, Cassiere Reggiani Leone, Segretario Taglioni Angelo, Direttore Tami Isidoro, Casadio Alessio Vicedirettore, Membri i signori Iemoli Eugenio, Miglia Francesco, Vienna Mario, Ceretti Enrico, Scegata Ferdinando e De Costard Conte di St. Leger. Giovedì 10 corrente si formava lo Statuto ed il Regolamento sociale; a far parte della commissione e per provvedere il maestro di musica si nominavano i signori: Guglielmini, Tami e Casadio suddetti”.
Con queste parole il settimanale “L’Ossola” del 12 maggio 1900 annunciava ufficialmente la nascita della Società Filarmonica di Villadossola. Tale gruppo si proponeva di riunire tutti i musicanti, che già in precedenza rallegravano le giornate di festa con i concertini all’ombra di qualche pergolato e l’immancabile boccale di vino accanto o suonavano al seguito di processioni religiose, al fine di creare la banda rappresentativa del paese. I fondatori, esponenti della “Villa che contava”, per dare una veste autorevole alla realtà nascente, promulgarono lo Statuto della Società, nel quale si sottolineava il loro scopo: “Promuovere e diffondere la musica” (art. 2). Solo grazie ai racconti nostalgici dei più anziani suonatori si riesce ad ovviare alla mancanza di documenti testimonianti i passi che la neonata Società compì nei suoi primi anni di vita.
La prima divisa
Sulle ali dell’entusiasmo e con il desiderio di imitare i grandi complessi bandistici, anche la “Giovane Fila” voleva apparire di fronte alla gente del paese in vesti più consone. Nell’anno 1905 la banda, che nel frattempo si arricchì di nuovi membri volenterosi, sfoggiava una bellissima uniforme descritta così in uno dei pochi documenti pervenutoci e approvato in data 30 agosto 1905 dal Comando di Divisione Militare di Novara: “Cappello tipo Bersagliere in feltro nero con pennacchio, coccarda e Cetra in metallo bianco per stemma. Giubba due petti in panno nero con morseggiature in panno cremisi al collo e paramani, e quattordici bottoni in metallo bianco. Pantaloni con banda in panno cremisi di cm.2. Borsa da attaccare alla cintura dei pantaloni, di forma quadrata in cuoio nero lucido. La detta divisa non porta armi”.
Il primo importante riscontro
Il decollo dell’attività ebbe inizio con il primo importante servizio che vedeva protagonisti gli entusiasti suonatori, adesso dotati di un’onorevole divisa, coadiuvati dai “colleghi” di Domodossola per la storica inaugurazione del Traforo del Sempione, solennemente dichiarato aperto il 19 maggio 1906 dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III e dal Presidente della Confederazione Elvetica Forrer. Tramite l’importante testimonianza di Francesco Rossi, anziano musicante scomparso anni fa, si può rivivere quella storica giornata come un grande evento che riempì di onore e orgoglio il nostro ancora giovane corpo musicale, giunto nel capoluogo ossolano sul mezzo più comune in quel periodo: il carro trainato da cavalli. Rossi ricordava con grande emozione il momento in cui suonò l’attenti davanti alla stazione piena di gente, di fronte alle autorità e alle numerose truppe militari. Quello fu un evento importante per la banda Villadossolese che ebbe la possibilità di riscuotere successo in ambito più allargato rispetto a quello in cui era abituata ad esibirsi. Certo i componenti non si montarono la testa, ma anzi continuarono alacremente il loro lavoro suonando presso le feste paesane, sostenuti dalla gente che con gioia li apprezzava e li stimava. La banda piaceva e quando passava per le strade con il rullo del tamburo, i colpi dei piatti e della grancassa portava allegria e i bambini la accompagnavano, correndo e saltellandole intorno. Purtroppo si stavano avvicinando le grandi guerre; già nel 1911, anno in cui la Filarmonica conquistò la medaglia d’oro ad un prestigioso concorso ad Omegna, molti giovani dovettero abbandonare l’attività bandistica, richiamati dalla guerra in Libia, paese che probabilmente non sapevano neppure dove si trovasse. A partire da quel momento migliaia di persone avrebbero dovuto lasciare le loro case a causa di quell’uragano che sarebbe stata la guerra mondiale, distruttrice di qualsiasi cosa, soprattutto delle associazioni pacifiche come la banda.
Banda e guerre
Nel periodo compreso tra il 1912 e il 1924 non si hanno più notizie del corpo musicale che tanto successo aveva riscosso nei suoi primi anni di vita. Non si aveva intenzione di lasciare incompleto un lavoro che si era intrapreso precedentemente ed il bel gruppo che si era formato sentiva la mancanza dello stare insieme, così come alla popolazione mancava “l’allegro baccano” della banda. Fu nel 1925, quando la signorina Mary Morgantini (madrina della banda fino agli anni ’90) battezzò il nuovo stendardo, che finalmente si risentirono per le strade le note “stonate” del bombardino, i “fischi” assordanti del clarinetto e i trilli acuti dei flauti. Furono anni positivi dal punto di vista industriale per Villadossola, ma anche alquanto problematici in quanto stava dilagando l’atmosfera violenta tipica delle squadre fasciste ed il malcontento della gente si manifestava attraverso scioperi e le lotte operaie. Nuovi conflitti si stavano delineando; l’Italia voleva assumere un ruolo importante nella conquista delle terre coloniali, così si impegnò nelle guerre d’Africa. Molti italiani partirono, fra questi anche Attilio Bagnolini di Villadossola che cadde in battaglia e al quale venne intitolata la scuola media nel 1972, quando i resti delle sue ossa vennero riportate in Ossola. Mario Milesi, uno fra i più anziani suonatori, ricorda la manifestazione di commemorazione che vide l’intero paese mobilitato per commemorare un personaggio di spessore come Bagnolini. Le avventure militari non finirono, ma anzi sfociarono nella terribile Seconda Guerra Mondiale, olocausto ancora più drammatico di quello che sconvolse l’Europa dal ’14 al ’18. Prima che i germi del conflitto potessero attaccare “l’isola felice” dell’Ossola, la Filarmonica procedeva nel suo operato, esibendosi in feste patriottiche e patronali. Contemporaneamente, sempre in Villadossola, svolgeva “attività musicale” un secondo gruppo, la “Metallurgica”, appartenente all’omonima fabbrica; questa banda operò per alcuni anni in paese e si avvalse dell’appoggio di alcuni membri della più anziana “Fila”. Il corpo musicale della “Metallurgica” arrivò a raggiungere 70 elementi ed era diretto dal severo maestro Monti, proveniente dal reggimento della Fanteria di Novara, che venne assunto dai proprietari dell’industria. I più anziani musicanti, quali Riccardo Betteo, suonatore di flicorno contralto per più di 70 anni e Bruno Simonetti, saxofonista, ricordano ancora il forte carisma che caratterizzava l’ex maresciallo Monti: un clima di rigore militare e di severità contraddistinguevano l’ambiente della “Metallurgica”. Ai lavoratori che si prodigavano nel suonare in questo gruppo era concesso un aumento di ben 10 centesimi sulla paga oraria, a dimostrazione che Vittore Ceretti, proprietario e direttore dello stabilimento siderurgico, teneva molto alla sua banda; inoltre egli aveva istituito una scuola gratuita all’interno della stessa fabbrica che i dipendenti e i loro figli potevano frequentare liberamente. La triste parentesi della guerra deteriorò l’affiatamento che si era creato nell’ambiente musicale e in più, molti furono coloro che dovettero partire richiamati nell’esercito (tra questi si ricorda il già citato Riccardo Betteo, protagonista di una vera e propria odissea tra le crudeli realtà del nord Europa).
La ripresa
Soltanto negli anni ’50, riconquistate tutte le libertà e migliorate in maniera notevole le condizioni generali, si ricominciò a suonare in quel di Villa. La rinascita venne guidata da Trento Bernetti con l’aiuto di Giacomo Amadei; fu un periodo felice per la banda, nuovamente apprezzata. Non è da dimenticare la preziosa esperienza per i musicanti villadossolesi trascorsa a fianco del maestro – violinista Mario Mora di Omegna, direttore per ben 18 anni. Dopo il 1966 le sorti del gruppo furono affidate a questa figura indimenticabile con i sui lunghi capelli bianchi che dirigeva anche l’Ente Musicale di Verbania; così “confratelli Verbanesi” si aggiunsero agli amici ossolani e viceversa. Si intensificò un interscambio importante per le due bande che assieme poterono condividere esperienze importanti persino all’estero: in Germania, in Francia ed in Austria. Furono gli anni di esplosione per la “vecchia FIla”, destinata ad occupare un posto di rilievo nell’ambito musicale locale: una speciale occasione che la vide protagonista fu l’inaugurazione del Monumento del Lavoro davanti alla neonata chiesa di Cristo Risorto il 17 settembre 1967, quando l’allora presidente del Consiglio dei Ministri Aldo Moro onorò la manifestazione con la sua presenza. Indimenticabile l’emozione di quei musicanti che quel giorno ricevettero una sentita stretta di mano dall’uomo che morì sotto il fuoco delle brigate rosse.
Il cambiamento
C’era grande voglia di fare, sempre nuove idee e tanto entusiasmo che animava non solo i componenti della banda ma anche i nuovi membri del Consiglio; il Presidente Martino Donati e il suo vice Riccardo Gallone, sostituiti dopo il 1961 dal Conte Francesco de Costard e Gianfranco Bianchetti affiancati da un Consiglio composto da Attilio Bacchetta, Marino Bernetti, Pietro Gambaro, Sereno Gagliardini, Primo Guerra, Isidoro Rossi, Franco Baresi, Salvatore Triolo, Giuseppe Gibaudo fino al 1974.
Quello fu un anno di svolta cruciale per la FIlarmonica che decise nuovi programmi da seguire. Il vecchio consiglio si dimise, molti suonatori gettarono l’ancora e si cominciò con l’autogestione di altri più giovani. Sandro Gori, allora appena ventenne, ricoprì la carica di Presidente aiutato da Checco Fortunato e dal Segretario Bruno Aymet: la banda si ingrandì con l’immissione di una ventina di nuovi elementi provenienti da un corso di orientamento musicale e la direzione venne affidata ancora una volta al maestro Mora che mantenne l’impegno fino al 1977. Egli ebbe l’importante compito di preparare il gruppo musicale in occasione dei festeggiamenti per i 75 anni di vita della FIlarmonica. La gente affollata sui marciapiedi e per le strade era tanto numerosa che le varie bande impegnate nel carosello ebbero difficoltà nel marciare. La banda di Villadossola continuava incessantemente a raccogliere consensi nei diversi paesi dei dintorni: nel 1976 tenne un concerto di successo nel famoso Palazzo dei Congressi nella suggestiva cittadina di Stresa e partecipò ad un raduno bandistico a Bognanco ben testimoniato da un servizio fotografico. Le difficoltà però cominciarono ad aumentare; i dirigenti erano gli stessi musicanti obbligati a dividere i loro impegni fra sfilate a fatture e per di più i costi del mantenimento della banda e degli strumenti crescevano vertiginosamente. Nel 1977 un’altra improvvisa rivoluzione sconvolse la quiete dell’anziana società e si sentì l’esigenza da parte dei ragazzi di poter vivere in modo più profondo la musica, costituendo gruppi più ristretti che ricercavano un’espressione musicale differente rispetto a quella della banda. Un po’ per questo motivo, un po’ per caso si decise soltanto due anni dopo di legittimare anche questi nuovi insiemi musicali e di dare la possibilità ai numerosi giovani, desiderosi di avvicinarsi all’immenso mondo della musica, di imparare a suonare uno strumento, non solo prettamente bandistico. Bruno Aymet e Sandro Gori decisero di impostare corsi di pianoforte, violino, chitarra, fisarmonica, ottoni e legni. Gli insegnanti erano tutti ragazzi “freschi” di diploma e caratterizzati da un grande entusiasmo. Non erano però “tutte rose e fiori”. L’abbandono del maestro Mora portò la banda di fronte ad una difficile situazione: l’organico si ridusse notevolmente (erano soltanto 15 gli elementi) e la precedente esaltazione si attenuò senza tuttavia scomparire; gli effetti si resero visibili sulla vita sociale del Corpo Musicale le cui esibizioni si ridussero alle sole feste civili. L’eredità di Mario Mora fu raccolta dal maestro Giorgio Coppi di Quarna, che tentò con ogni espediente di risollevare le sorti di questa “signora” banda.
La nuova banda
Il cambiamento decisivo avvenne nel 1982 con l’apertura di una nuova “era musicale” ad opera del diciannovenne flautista Stefano Gori. Con lui la banda si trasformò nel corso degli anni e cambiò repertorio: si suonavano brani originali per Orchestra di Fiati, e in occasione dei concerti si rinforzava l’organico con musicisti esterni. Nell’anno 1984 una grandiosa celebrazione per tutta la comunità ebbe luogo a Villadossola per l’inaugurazione della nuova divisa. A dicembre dello stesso anno la società organizzò, come annuale ricorrenza, il pranzo della Santa Patrona dei Corpi Musicali Santa Cecilia. Durante quella giornata gli storici suonatori furono ricompensati del loro lungo cammino nella musica da parte della società e del municipio di Villadossola, tra questi si ricordarono i veterani Roberto Zanni, Checco Fortunato, Armando Bacenetti e Riccardo Betteo. La loro esperienza mosse la sensibilità di tutti: di fronte alle loro lacrime di commozione era inevitabile non lasciarsi emozionare dal ricordo di una vita “vissuta” con le note. Un’ulteriore ondata di novità rinfrescò l’ambiente con la nascita nel 1985 della prestigiosa Orchestra di Flauti che si fece conoscere esibendosi anche a livelli internazionali.
I successivi 10 anni videro la Filarmonica ampliare i propri orizzonti, non rimanendo ancorata al solo concetto di banda come rappresentazione della società stessa di fronte alla popolazione: nacquero nuovi corsi musicali, cori, gruppi di vario genere che diedero lustro e prestigio alla realtà musicale villadossolese.
Il 1990 fu un anno ricco di iniziative volte a festeggiare il novantesimo anno di fondazione della Filarmonica. Questo decennio è stato un periodo propizio non soltanto per la banda ma anche per la scuola di musica. Infatti nell’anno scolastico 1990/1991 si toccò la punta massima di 170 allievi frequentanti i corsi musicali.
L’affiatamento del gruppo crebbe di anno in anno e si cominciò a lavorare sempre più alacremente, affidandosi alla sapiente opera del direttore Stefano Gori, tanto da ipotizzare la partecipazione al concorso “La banda dell’anno” tenutosi a Pesaro. L’entusiasmo tra i musicanti permettè loro di impegnarsi a fondo per la realizzazione di questo sogno, nonostante molti non fossero musicisti professionisti. Dopo tanto duro lavoro nell’aprile 1992 la banda approdò sul palco di Pesaro con la voglia di mettersi alla prova e di fare un’esperienza importante; fu tanta l’emozione quando la Giuria del Concorso proclamò la banda della Società Filarmonica di Villadossola vincitrice del terzo premio alle spalle della Banda Musikè di Gazzaniga (BG) e della Fanfara Regionale della Valle d’Aosta. L’ottimo risultato raggiunto nella città di Rossini spronò gli elementi della banda ad andare avanti verso mete più ambite. Appena terminata la kermesse marchigiana, giunse alla Filarmonica l’invito dal Comune di Canicattini Bagni (SR) a partecipare all’XI Raduno Bandistico Nazionale: l’esibizione della banda di Villadossola sul palcoscenico Pesarese convinse gli organizzatori di questo raduno ad invitarla. Così nel settembre dello stesso anno il gruppo della Filarmonica portò il nome di Villadossola anche nella cittadina siciliana riscuotendo un grande successo.
Nel 1994 il gruppo bandistico della Filarmonica decise di riprovare l’emozione del concorso iscrivendo nuovamente a quello che si tiene nella città Natale di Rossini giunto alla sua quarta edizione ottenendo il secondo posto a pari merito con la Banda Cittadina di Albino (BG) (in quell’anno il primo premio non venne assegnato ad alcun gruppo, quindi le bande di Villadossola e Albino risultarono le vincitrici).
A metà degli anni ’90 comincia per la banda di Villadossola un periodo nuovo nel quale alla preparazione di brani originali per banda, si affiancò un profondo studio di alcune opere di J.S.Bach.
Nell’anno scoastico 1995-1996 la Filarmonica organizza un corso per direttori di banda, tenuto dal direttore dell’orchestra di fiati Stefano Gori a cui si iscrivono molti giovani diplomati, interessati alla possibilità di dirigere una banda.
Nel settembre 1997 viene inaugurato a Villadossola il Centro Culturale La Fabbrica che registrò, in quell’occasione, il tutto esaurito: la Banda della Società Filarmonica ebbe finalmente la possibilità di esibirsi in un teatro vero e proprio e la serata risultò emozionante anche per quei componenti del gruppo abituati ai concerti di fronte ad un grande pubblico.
Il 1998 è un anno di grandi cambiamenti: la banda rivolge l’attenzione alla musica jazz, cominciando una collaborazione con il famoso musicista di livello internazionale Ramberto Ciammarughi, che prosegue ancora oggi. Il compositore e pianista di Assisi arrangia per la banda alcuni brani della cultura popolare del sud Italia da lui precedentemente composti:il risultato del lavoro svolto viene presentato durante il tradizionale concerto di Santa Cecilia nel dicembre dello stesso anno.
Nell’estate del 1998 il Presidente della Filarmonica, Sandro Gori, lascia il suo posto, dopo 25 anni dedicati a dirigere l’associazione, a Marino Mazzoni. Il nuovo presidente, appassionato jazzista, introduce nella scuola nuovi corsi di musica d’insieme propri dello stile a lui congeniali. Con questa novità gli allievi hanno quindi la possibilità di scegliere tra una gamma più vasta di indirizzi musicali: classico, jazz e bandistico.
Nel gennaio del 1999 Stefano Gori, direttore della banda dal 1982 e direttore didattico della scuola di musica lascia la Filarmonica, dopo averla portata ad altissimi livelli. Al suo posto alla guida della banda viene nominato il maestro Giuseppe Paravati, affermato clarinettista e già insegnante della scuola. La direzione didattica della scuola passa alle sapienti mani di Elena Bonalumi, Roberto Olzer e lo stesso Paravati.
Nel gennaio del 2000 Marino Mazzoni si dimette lasciando la presidenza della società alla giovanissima Sabrina Blardone. Il nuovo direttivo si mette subito all’opera per i festeggiamenti del centenario di fondazione della Filarmonica, tra cui anche la pubblicazione di un libro. Nel febbraio dello stesso anno la banda viene invitata ad Arona per esibirsi in occasione della trasmissione televisiva “La domenica del Villaggio” condotta da Davide Mengacci. Il 2000 è pure l’anno che vede l’ingresso nella compagine della Filarmonica dell’ensamble di voci femminili “Coro Kodaly” diretto dalla maestra Monica Delfina Morellini, nuova realtà che amplia il panorama delle offerte musicali proposte dall’associazione.
Nel 2002 nacque un nuovo progetto: dare agli allievi più giovani, la possibilità di sperimentare la musica d’insieme e formarli per un successivo ingresso nella banda. Il gruppo venne affidato dapprima al maestro Stefano Palli, il quale qualche anno dopo passò il testimone al giovane saxofonista Alberto Lanza, cresciuto sin da piccolo nella realtà musicale della Filarmonica di Villadossola. Lanza seppe regalare una nuova veste a questo gruppo, che da pochi membri, quasi da ensemble di musica da camera, raggiunse rapidamente un numero considerevole di componenti, diventando una realtà apprezzata ed accattivante per i più giovani, ma non soltanto.
Dopo le dimissioni del maestro Paravati nel 2006, seguì un periodo di stasi per l’attività della banda proprio per la difficoltà nel reperire un maestro. In questo periodo si era anche provata una fusione tra la banda della Filarmonica e quella del civico corpo musicale di Domodossola che viveva anch’esso di un periodo non felice. Questo esperimento durò solo poche settimane e la direzione della banda venne affidata ad Alberto Lanza che così si ritrovò a capo sia della banda che del gruppo GMO. La doppia direzione affidata ad Alberto Lanza ha portato negli anni successivi ad un cambio radicale dell’organico della banda con un travaso quasi naturale di giovani elementi provenienti dal GMO. Grazie anche a questo le attività della banda ripresero con rinnovato vigore.
Nel 2006 Sabrina Blardone lascia la presidenza dopo due mandati ricchi di cambiamenti a favore di Massimo Marian.
Il trasferimento a Villadossola dell’istituto alberghiero Formont ha determinato per la Filarmonica, nel 2009, un cambio casa… anche se soltanto di pochi passi! La nuova sede viene dedicata alla memoria del benefattore villadossolese Armando Tami. Fu un giorno di grande festa, conclusosi con una grande cena al ristorante “La Serenella” di Villadossola con la partecipazione di tutti i membri dell’associazione e delle autorità di Villadossola.
Nel 2010 dopo 3 anni Alberto Lanza lascia per un periodo la Filarmonica per seguire un percorso formativo all’estero e, per dare continuità alle attività della banda, lascia la bacchetta a Luca Colantuono, anch’egli giovanissimo e pieno di entusiasmo. Con questo nuovo direttore, trombonista originario della provincia di Varese, la banda della Filarmonica conobbe una vera e propria svolta. Un repertorio nuovo, fresco ed innovativo. Un direttore sempre pronto a sperimentare (e far sperimentare ai musicanti ed al pubblico) cose sempre nuove e diverse dal repertorio bandistico classico, spaziando da brani contemporanei ad arrangiamenti operistici.
Sotto la direzione di Colantuono la banda della Filarmonica di Villadossola, nel 2012 partecipò al Concorso Bandistico internazionale di Riva del Garda, classificandosi al 4 posto nella propria categoria (in cui concorrevano 17 bande da tutto il mondo) ed al 7 posto assoluto.
La Filarmonica nel 2011 cambia ancora Presidente e a succedere a Massimo Marian dopo due mandati è Comana Pierluigi, ma il suo Consiglio dopo soli 5 mesi decade per dimissione dello stesso Presidente. Il nuovo consiglio eletto vede diventare presidente Paolo Motetta anch’esso arrivato in Filarmonica sotto spinta ed influenza del gruppo GMO.
Nel 2013 la banda cambia ancora Maestro. Dalla provincia di Biella (Occhieppo Inferiore), su invito del suo predecessore, si presenta Riccardo Armari, talentuoso strumentista di trombone, euphonium e tuba di soli 25 anni, alla prime armi nella direzione. Sebbene ancora più giovane del suo precessore, s’instaura da subito un feeling fortissimo ed inizia un intenso studio sia qualitativo che quantitativo. Il continuo studio per il perfezionamento con importanti direttori e compositori fa crescere esponenzialmente le qualità nella direzione, qualità che Riccardo continua riversare sul gruppo, strutturando un progressivo percorso di miglioramento ed intensità nello studio. Ogni concerto prevede un programma totalmente rivisto e strutturato su un tema cardine. Questa continuo cambio dei programmi nei concerti fa spaziare le esecuzioni in un ampissimo spettro esecutivo, dai brani classici a quelli originali per banda.
Nel giugno del 2015 la Filarmonica di Villadossola collabora con la banda Musicale di Saint Vincent (AO) prendendo parte come banda esecutrice all’esame finale del corso di direzione tenuto dal celebre compositore spagnolo Ferrer Ferran. Il brano da eseguire è Juana de Arco, opera impegnativa sia dal punto di vista tecnico che espressivo.
Il 2015 è un anno importante per il nostro Paese. Milano ospita un evento di portata mondiale: l’esposizione universale Expo 2015. La Filarmonica di Villadossola è chiamata ad esibirsi per il Padiglione francese in ben due occasioni: nel giorno dedicato ai festeggiamenti della Francia con la visita dell’allora Premier italiano Matteo Renzi al presidente d’oltralpe Francoise Hollande e nuovamente, poche settimane dopo, in occasione della visita del ministro dell’Agricoltura francese Stephane Le Foll, riscuotendo in entrambe le performance un grande successo. L’anno si chiude con il tradizionale Concerto di Natale che questa volta vede la banda musicale esibirsi insieme ai musicisti di fama internazionale Andrea Tofanelli, virtuoso trombettista, al batterista Massimo Serra e Max Tempia, pianista.
Nel 2016 la banda musicale partecipa al primo concorso interbandistico organizzato dal premiato corpo musicale di Bannio, portando come brano a scelta proprio “Juana de Arco” di Ferrer Ferran, già eseguito in occasione del corso di direzione tenuto dallo stesso compositore a Saint Vincent in Valle d’Aosta, molto caro sia al maestro che ai bandisti.L’emozione è palpabile e la voglia di dare il meglio non manca, per questo la delusione è tanta quando lo speaker annuncia il secondo posto della Filarmonica, con un distacco di soli pochi decimi di punto dalla prima classificata. Ma non bisogna attendere molto per una seconda occasione!
Il 2017 è l’anno del secondo concorso interbandistico di Bannio, e la voglia di riscatto è tanta! E finalmente la Filarmonica sale sul gradino più alto del podio, classificandosi al primo posto nella categoria superiore con un punteggio di 87,9/100. Il 23 settembre 2017 la banda musicale della Filarmonica ha l’onore di aprire la stagione di festeggiamenti per il ventesimo anniversario del Teatro La Fabbrica di Villadossola, esibendosi insieme alla Zago Boogie Band, davanti ad una sala gremita e portando sul palco un repertorio frizzante e coinvolgente.